Fenomenologia dell'uomo finlandese


Nella giornata odierna (15 febbraio) - che celebra la tenacia di molti di noi di rimanere zittelli e solitari nonostante le pressioni del mondo circostante - non posso che parlare di LORO. La scelta del termine fenomenologia non è casuale: è la scienza del manifestarsi, che indaga sulle apparenze. La grande domanda che noi ( io e Alessia) ci poniamo è infatti: l'uomo finlandese appare così stolto o lo è veramente? La follia a cui siamo state costrette ad assistere è reale o il prodotto della nostra fantasia? Perché dopo quasi sette mesi, una gastrite cronica e le occhiaie profonde che solcano visi stanchi e sciupati ci sentiamo in diritto di gridarlo al mondo. L'uomo finlandese è un autentico FENOMENO. Partiamo dagli albori. Ossia da come il finnico medio vede se stesso. Il nostro grande idolo Heikki Kovalainen (chiamato affettuosamente da noi il Kova) illustra il concetto all'interno di questa pubblicità. 
Loro sono indistruttibili: possono catturare i pesci nel ghiaccio a mani nude, mangiare la neve e il cuoio assieme -tanto digeriscono tutto- giocano con le giostre nel parco per ore nonostante i meno 20 gradi, ma soprattutto  mentre corrono nel gelo delle lande nordiche incontrano cavalli imbizzariti con cui iniziano una gara di corsa che perderanno solo al fotofinish. Sono talmente forti che esprimeranno il loro disappunto per la sconfitta con un solo, unico, potentissimo PERKELE. 


Tante volte ho guardato con invidia le donne finlandesi. Perchè vengono sempre sostenute, aiutate e supportate . Stare assieme non è implica un trasferimento di competenze dalla mamma alla fidanzata/moglie. Perchè quì i maschi possono vivere da soli, cucinare e perfino fare le pulizie. Possono sopravvivere a queste ardue prove. Maschi italiani: non è vero quello che si narra...che se alzate un dito attiverete  automaticamente un processo di autodistruzione. Loro sono ancora vivi e integri. Sopravvivere si può. Inoltre sono in grado di accendere un fuoco anche con se circondati dalla neve, guidano nelle interperie più impensabili, non sono polemici e possessivi. Non entrano in competizione se la loro donna ha più di loro. Insomma un sogno. 
Ma veniamo alla realtà dei fatti. 
L'iter di avvicinamento al maschio locale è stato pressochè lo stesso. Inizialmente grande perplessità. L'occhio non è ancora abituato a tanto chiarore. L'azzurro dello sguardo, la chioma bionda e la pelle bianca non attizzano ancora la nostra iride. Rimpiangiamo i mori italici. Finchè un maledetto giorno compaiono loro all'orizzonte...trovare un termine che li descriva è complicato: il livello gnoccaggine è veramente sovrumano, e contrariamente alle dicerie sul carattere chiuso e schivo dei nordici sono pure solari e logorroici. Elargiscono sorrisi, sono allegri, gioviali. Sono soprattutto attratti dal nostro esotismo (parole loro). Ha quindi inizio una dell più assurde storie della nostra esistenza. Il mio finlandesino bellissimo per una settimana deve andare a lavorare a Helsinki e quindi al suo ritorno decido di cucinare una cena italian, che servo alle ore 20.30. Particolare importante questo. Mi prodigo per un'intera giornata alla ricerca della ricetta giusta e degli ingredienti necessari e finalmente è tutto pronto. Mi siedo nella mia cucina comune del mio dormitorio, preparo il vino e la tavola quando all'orizzonte compare il maledetto soggetto che in tre mesi non mi ha mai nemmeno detto ciao nonostante mangiassimo allo stesso tavolo uno di fronte all'altro ogni sera da tre mesi. Il mio uomo decide non solo di sgridarlo perchè gli ho raccontato che lui non mi rivolge la parole, ma lo invita pure a sedersi con noi. Con una certa perplessità servo entrambi. Al termine lo guardo con una certa soddisfazione per la buona riuscita del cibo e lui mi guarda con i suoi occhini blu e mi dice: buono..ma tu come la chiami questa? Perchè non è una cena...sai sono le 20 e 30. ( Loro di solito mangiano alle 16.30.) Inutile dire che ha distrutto la mia autostima. Inoltre il terzo incomodo il giorno seguente chiede di essere trasferito su un altri piano per non rivedermi più.  Il giorno del mio compleanno dieci minuti prima della mezzanotte mi manda il messaggio della buonanotte. Mi scriverà solo alle 15.30 per chiedermi che piano ho per la giornata. A Natale sfido il gelo polare facendo una passeggiata di un'ora a meno 15 gradi per prendere il suo regalo. Lui a quanto pare non può vedermi quel giorno per cause ignote. Dovendo tornare in Italia per le vacanze la mattina seguente gli lascio il regalo sulla porta. La sera lui decide di accompagnarmi a prendere il treno e appena mi vede da 100 metri di distanza inizia a sbracciarsi e a dirmi: Io non ho il regalo per te! Ripetendolo più e più volte. Convinta comunque di aver fatto cosa gradita torno dall' Italia piena di ottimismo. Non l'ho mai più rivisto. Scomparso nel nulla. L'uomo di Alessia idem. Più o meno nello stesso periodo. Con dinamiche un po diverse ma non troppo. Mangiati da un orso e risucchiati dal gelo della tundra. Non lo sapremo mai. Sta di fatto che entrambe decidiamo nella nostra beltà d'animo di scrivere delle lettere per chiedere quantomeno la loro amicizia. Il mio soggetto mi telefona ubriaco due settimane dopo per dirmi che non l'ha letta. Quello di Alessia la incontra tre settimane dopo e nel mezzo di una conversazione dice ah si è vero, l'ho letta ma non ci ho capito molto. La cosa ammirevole è che siamo giunte a conoscenza della più bella vicenda di disammoramento di tutti i tempi che ovviamente ha visto protagonista una povera italica e un finnico. Il quale dopo un periodo di convivenza decide di andare in farmacia una mattina. E anche lui di farsi mangiare dall'orso mangiafinlandesini. Manda così sua sorella dalla malcapitata per dirle di aprire il forno: lì ha lasciato una lettera nella quale mette fine alla loro relazione. Ancora oggi noi ci stiamo chiedendo se le nostre lettere non siano mai state lette perchè non messe nel forno. 

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