Katso merta!

Ricordo il giorno in cui presi atto per la prima volta dell'ambiguità intrinseca nella lingua suomea.  Stavamo seguendo le lezioni di grammatica, tenute per la cronaca da un professore italiano, quando ormai sopraffatta dalla disperazione per la presenza di innumerevoli assurde regole decido che è giunto il momento di lasciare la mia mente vagare libera per mondi paralleli. All'improvviso sento rimbombare forte e chiaro un Katso! e con un certo imbarazzo guardo il mio insegnante assolutamente convinta che avesse intuito che ormai la mia si fosse ridotta a una presenza meramente fisica. Ed invece lui prosegue parlando in assoluta tranquillità. Rimango stupita. La mia sorpresa aumenta nel momento in cui mi rendo conto che quella che sembra una parolaccia in italiano non è niente popò di meno che il verbo guardare. Inizia da questo momento un'avventura all'insegna della goliardia fonetica! A parte che nella mia vita mai mi ero resa conto della frequenza con cui invitiamo le altre persone a guardare attorno a loro. Sta di fatto che un katso al giorno non me lo leva nessuno ormai (ahahahaha). Però niente può emozionare di più che sentire il tuo amato invitarti a scrutare il mare. Il tramonto, i gabbiani, le onde che silenziose si stagliano nell'orizzonte silenzioso e lui che con voce suadente ti dice "katso merta!". Si può resistere a tanto fascino? Direi decisamente di no. Sul verbo katso in realtà si può aprire un'enciclopedia della risata. Si sussurra che guarda il visone si dica katso minkia mentre guarda i calzini katso sukkia. L'udito invece è kuulo.
Ma non è finita qua. Anzi. La mia carissima amica Alessia, anche lei in terra finlandese alla ricerca di falsi amici ridicoli, mi racconta che un giorno mentre di fretta si dirige al lavoro viene distratta da un camion che senza alcun ritegno le sfreccia davanti sfoggiando la scritta puhtaana. Dopo alcuni minuti di silenzio meditativo nella quale si interroga sul perchè in Filandia debbano viaggiare tali messaggi subliminali decide di capire quale astruso significato possa nascondersi davanti ad un termine tanto volgare. Si tratta semplicemente del verbo pulire. Noi che abbiamo accarezzato l'idea di permanete in questa buffa terra e avendo appurato che per iniziare a lavorare una delle opzioni è di fare le pulizie ci stiamo interrogando su come amici e familiari possano interpretare l'idea di lavorare presso un'ipotetica puhtaana s.p.a. Ci auguriamo usando la nostra stessa ironia. Anche il termine giardino non si discosta molto: puuthara. Non così esplicito ma direi non male. Il termine puta compare spesso e volentieri per rendere più apprezzabile anche la giornata di amici portoghesi e spagnoli. Un giorno ricercando canzoni di dubbio gusto abbiamo trovato kaksi puuta (Due alberi.) Almeno così dico. Ma la questione musicale merita un capitolo a parte. Sempre Alessia in un momento di distrazione dimentica di timbrare il biglietto. L'autista reagisce urlandone "Pippa Pippa!". C'è poi la questione cognomi e toponomastica. Un giorno distrattamente mi accingevo a scorrere una lista di nomi quando compare davanti a me la signorina Kolione. Tra i suggerimenti d'amicizia di Alessia invece c'è mr.Pipponen. Stiamo pensando di trovarci un coniuge che possa dare all nostra prole un cognome tanto eroico. Giusto per vedere la reazione quando loro giungono in Italia. L'altro giorno cercavo delle opzioni per tornare in Finlandia con il progetto Grundtvig. Tra le scuole che offrono l'assistentato c'è il Vakka-Suomen kansalaisopisto. Non posso che candidarmi. L'altra ragazza italiana , Silvia, segnala che a Seinajioki regna l'insegna Maijala. Non vogliamo indagare su cosa celi. La Finlandia è un paese bilingue. Quindi capita di trovare delle scritte in svedese. Da H&M a Turku è possibile trovare una TRÖJA  a 24.95 euro. Ma l'evento che mi ha più stregato e fatto ammirare il finlandese è avvenuto durante il mercatino natalizio organizzato nella mia scuola. Vagavo per i vari stand quand'è che la mia attenzione è stata attirata da una spilla su cui vedo la scritta a carattere cubitali MUORI. Penso...bell'augurio :) non posso non prenderla. Ed è così che io e Alessia decidemmo di appenderla alle nostre giacche durante il nostro viaggio in Lapponia data l'alta presenza italiana. Nessuno di loro ha capito che noi semplicemente indossavamo il nome che si da alle donne anziane :)

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